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Caso Guidi: l 'insostenibile leggerezza del potere

Caso Guidi: l 'insostenibile leggerezza del potere

Autore: Il Direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 05/04/2016 19:42:17

Il caso dell’ex Ministro Federica Guidi, intercettata al telefono mentre conferma al compagno, Gianluca Gemelli l’avvenuta approvazione di un particolare emendamento, non accenna a defluire. Anzi. Gianluca Gemelli,  41enne rampante, proveniente da una famiglia della borghesia siciliana, è nell’occhio del ciclone per l’inchiesta sui rapporti tra Total e il Governo Renzi, ma da questa storia, che ha più i contorni di una storiaccia, si evincono altre cose, affatto positive.

A poche ore dallo scoppio dello scandalo, come si sa, Federica Guidi rassegna le dimissioni dal suo incarico di Ministro dello Sviluppo Economico. Un ruolo che ha sempre cozzato, anche, con il suo ruolo di imprenditrice e coi suoi rapporti personali con Gemelli che, a quanto si dice, deve molto della sua ascesa professionale a una serie di Signore che via via, lo hanno sostenuto.

Quel che appare oggi però, venendo a conoscenza di alcune intercettazioni telefoniche realizzate dalla Squadra Mobile, tra Federica Guidi e Gianluca Gemelli, non è altro che la conferma che un reato è stato commesso.

«Mi stai utilizzando» piange la Guidi al telefono con Gemelli. Quindi, era conscia che il fidanzato sfruttava ampiamente il suo ruolo di Ministro dello Sviluppo Economico per i propri interessi professionali e per ottenere quei subappalti milionari per la Tempa Rossa.

Altra ammissione di colpa, a mio avviso, è il fatto che la Guidi abbia lasciato Gemelli, col quale peraltro, si dice non abbia mai convissuto realmente, pur avendo generato un figlio insieme. Un rapporto sofferto, almeno per la Guidi.

Altro elemento: Renzi si è immediatamente “appropriato” della paternità dell’emendamento incriminato,  e lo ha fatto appena si è saputo che, in questa brutta storia, era coinvolta anche il Ministro Boschi. Le malelingue non hanno dubbi sui motivi di questo atto da vero paladino dell’onore della Boschi e della Guidi.

A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, si dice…

Ora: l’entourage di Renzi, sostiene con tutte le forze la bontà del procedimento e di quell’emendamento che, a sentire Renzi e pure la Boschi, già interrogata dai Magistrati di Potenza, servirebbe a “Sbloccare importanti opere pubbliche”. Peccato che, tutto questo, capiti a pochi giorni dal referendum che si continua a definire “sulle trivellazioni” quando, nella realtà dei fatti si dovrebbe chiamare “Referendum sulle piattaforme petrolifere e di estrazione di gas”, dal momento che le “trivelle” sono quelle che si utilizzano sulla terraferma, ma – a quanto pare – fa più effetto, sull’immaginario collettivo, far pensare al mare trivellato…Valle a capire certe metodiche utilizzate per sortire determinate reazioni sulla popolazione…

La reazione di Renzi è stata sicuramente troppo forte, anche se si parla di due componenti del suo governo. Arrivare a rivendicare la paternità di un emendamento, pur di far uscir pulita la Boschi, ha qualcosa di molto simile alla letteratura romanzesca di fine ‘800.

Ognuno tragga le conclusioni che desidera.

Tornando alle piattaforme petrolifere, al referendum, al tempismo incredibile dello scoppio di questo scandalo: di fatto, appare “bizzarro” come tutto sia concatenato. Renzi che invita la popolazione a disertare il referendum e che, in queste ore, auspica addirittura che "Il referendum fallisca": una dichiarazione gravissima da parte di un premier, considerando che il Referendum è l'ultimo strumento rimasto in mano alla popolazione, per esprimere la propria sovranità.

Scoppia lo scandalo Guidi/Gemelli/Boschi.

Renzi che si erge a paladino salvatore di Ministri in gonnella. E in tutto ciò, il sapore amaro di un sistema che ormai, si autoalimenta di potere, che non lascia possibilità alcuna, alla popolazione, di poter scegliere e decidere su quali debbano essere i criteri di accettazione e ammissibilità di comportamento, per ciò che riguarda la dirigenza del paese.

La magistratura ci farà sapere cosa è accaduto, se reato è stato commesso, se la Guidi era consapevole o meno di trasmettere informazioni utili all’accaparramento di appalti da parte del fidanzato manager, se la Boschi era consapevole che certi emendamenti avvantaggiano certi imprenditori e anche se, a questo punto, Renzi si rende conto che sta collezionando una lunga serie di scivoloni.

Concludo con una nota, utile a chi fosse interessato a recarsi al voto il prossimo 17 Aprile: il quesito referendario recita: ““Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?”

Significa: volete voi che, le piattaforme entro le 12 miglia, si fermino quando scadranno le concessioni, anche se ci fosse ancora petrolio o gas da estrarre? Vi ricordo infatti che, anche ammesso che vinca il “SI” e ammesso poi che il responso venga preso in considerazione e attuato, che nessuna piattaforma verrebbe fermata subito, ma solo a scadenza delle concessioni. E ricordate che si parla solo delle piattaforme collocate entro le 12 miglia, non delle piattaforme che si trovano oltre le 12 miglia o le trivelle che estraggono sulla terraferma.

Ancora una volta, purtroppo, non solo non è stato comunicato in maniera chiara cosa si propone, ma in più, si aggiungono ombre sulla correttezza di certe manovre politiche. Attendiamo gli esiti delle indagini, sperando di ottenere un po’ di trasparenza prima che tutti si dimentichi questo ulteriore triste capitolo della storia politica italiana.

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